I migliori Woody della nostra vita

di Irene La Scala e Giuseppe Paternò di Raddusa

WOODY ALLEN

Arcistufi degli addobbi natalizi e dello zucchero a velo? La redazione di Sik-Sik vi propone un Avvento alternativo, inquisitorio e polemico. Approfittando della distribuzione nelle sale del nuovo film di Woody Allen, Blue Jasmine, abbiamo stilato una nostra personalissima top ten. Assolutamente capricciosa e parziale, come tutte quelle che si rispettino. Cominciamo dai sacrifici: Prendi i soldi e scappaIl dormiglioneStardust Memories, Un’altra donna e Broadway Danny Rose non compaiono, e ce ne pentiremo per sempre. Lo stesso vale per titoli sorprendenti come Ombre e nebbia, Pallottole su Broadway e La dea dell’amore. Invochiamo il vostro aiuto: segnalate – tra i film da noi scelti – quello che amate di più, quello che condannereste al girone dei sopravvalutati, quello che avreste voluto vedere in classifica e che sicuramente ci è sfuggito. L’invito è a partecipare con passione: non vorrete mica perdere il vostro tempo ad allestire presepi e dolci al mirtillo?

10. La rosa purpurea del Cairo (The Purple Rose of Cairo, 1985)

Chi ama il cinema sa perché.

9.  Mariti e mogli (Husband and Wives, 1992)

Pungente – e velatamente autobiografico – tour de force psicofisico tra i saliscendi emotivi di due coppie alla deriva. Straordinaria Judy Davis.

8. Interiors/Radio Days (id., 1978/ id., 1987)

Uno compensa l’altro. Col primo fa il verso a Bergman, ma recupera dirigendo una straordinaria Geraldine Page; nel secondo rende un grande tributo alla magia della radio, rievocando la sua infanzia nel Queens. E fa centro.

7. Zelig (id., 1983)

Per aver creato un personaggio che supera tutti noi: Leonard Zelig, robot e lucertola.

6. Il dittatore dello stato libero di Bananas/Amore e guerra (Bananas, 1971/Love and death, 1975)

Genio comico allo stato puro. Da Groucho Marx, Bob Hope, Tolstoj e Dostojevskij il giovane Allen ha preso il meglio.

5.  Hannah e le sue sorelle (Hannah and her sisters, 1986)

La New York in cui avremmo voluto vivere, tra eros, aspirazioni artistiche e ipocondrie. Micheal Caine marito fedifrago e Dianne Wiest attrice frustrata sono in stato di grazia – e vincono l’Oscar.

4. Manhattan  (id., 1979)

Per il viso di Mariel Hemingway, e per il pianeta nascosto dietro le note di Gershwin.

3. Harry a pezzi (Deconstructing Harry, 1997)

Feroce ed esilarante. Philip Roth, a confronto, è un’educanda.

2. Io e Annie (Annie Hall, 1977)

Di motivi per amarlo ce ne sono tanti: la sequenza dell’aragosta, l’apparizione di Marshall McLuhan, Diane Keaton e i suoi strampalati vestiti. In molti lo considerano il migliore.

1. Crimini e misfatti (Crimes and Misdemeanors, 1989)

Affilato come il quartetto d’archi di Schubert che accompagna l’omicidio di Anjelica Huston. E Match Point è solo un pallido ricordo.

8 Comments

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  1. Manca quello che secondo me è in generale uno dei più bei film, per struttura, ingegno: “Match Point”. Peccato non poterlo votare.

  2. Grandi a mettere Crimini e misfatti al primo,film meraviglioso di cui si parla poco

  3. Interiors/Radio Days scelta facile per me…

    In ogni caso, a me Misterioso omicidio a manhattan fa troppo ridere, ma concordo sul fatto che non sia in top 10. Non vi perdonerò mail l’esclusione di broadway danny rose 😉

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