- di Maria Teresa Santaguida
In occasione de Il testimone di Mario Almerighi e Fabrizio Coniglio con Bebo Storti, in scena al TFP il 6 dicembre, abbiamo incontrato Nando dalla Chiesa. In un’intervista (che si chiude con una speranza) abbiamo voluto fargli tre domande sulla sua idea di lotta alla mafia. Dopo lo spettacolo interverrà assieme a Piero Colaprico, in un…dibattito sempre al TFP.

I fatti narrati ne Il testimone appartengono ad un periodo della nostra Repubblica non ancora chiaro, e non ancora consegnato alla storia, purtroppo. Quali sono i punti più dolenti di quella storia?
L’episodio Ciaccio Montalto fu determinante per far emergere la mafia trapanese, sottovalutata, cresciuta all’ombra di quella palermitana, ma altrettanto forte perché collegata alla Massoneria e al potere politico. Era chiaro a tutti che un motivo passionale, come si volle far credere all’inizio, non poteva essere alla base dell’omicidio: quello era un attentato in pieno stile mafioso, che rivelava un intreccio fra Potere e Mafia i cui contorni non sono ancora definiti. Proprio poco tempo fa è stato assolto un potente politico accusato allora di avere rapporti con il clan Messina-Denaro, imperante in quella zona, ma ciò non toglie che quei processi rivelarono che a Trapani la politica offriva protezione e risorse alla malavita.

Il suo impegno civile e professionale è nella direzione della cultura dell’antimafia, quali sono, secondo Lei, le armi più potenti, specialmente nei territori più infetti, per diffondere questa cultura? Può l’arte, in questo caso il teatro, aiutarci a riflettere storicamente sul nostro passato e quindi illuminarci sul presente?
Come in una qualsiasi partita di calcio o nelle guerre vere e proprie, l’avversario va conosciuto e studiato. La nostra è una guerra e anche noi dobbiamo studiare il nostro nemico, se non altro perché lui scruta noi: conosce le istituzioni, le persone, i pericoli. L’arte può fare molto in positivo e qualche volta anche in negativo. Penso al cinema: da un lato il Padrino¸ grande capolavoro cinematografico, dicono alcuni, ma senz’altro un vantaggio e uno spot per la mafia stessa; dall’altro lato I cento passi, film che ha fatto conoscere Peppino Impastato e ha creato un vero e proprio movimento di coscienza e di lotta alla criminalità. So del film di PIF che è appena uscito e so che è stato accolto bene. Insomma l’arte è un grande patrimonio, sempre e comunque, e il teatro ne è la forma più diretta e più alta.
Il giudice Gratteri, magistrato in prima linea contro la ‘ndrangheta, ha dichiarato che “la mafia esisterà fino a quando esisterà l’uomo”. Quanto conosciamo la mafia per poter dire se saremo in grado davvero, un giorno, di sconfiggerla?
La mafia si può sconfiggere. La violenza e la corruzione moriranno con l’uomo, ma la mafia no. Essa trova alimento nel comportamento delle persone: la sua forza è fuori, non dentro di sé. Negli altri, nelle istituzioni quiescenti. Sono convinto che se cambia la cultura nel profondo anche la mafia potrà essere sconfitta, nonostante tutte le brutture dell’uomo e della società. Bisogna avere questa speranza.
INCONTRO!
Dopo lo spettacolo Nando Dalla Chiesa e Piero Colaprico dialogano col pubblico sui temi aperti dalla rappresentazione.
Ingresso libero. Informazioni allo 0259995252
IL TESTIMONE
scritto da Mario Almerighi, Fabrizio Coniglio
diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
DATE
venerdì 6 dicembre @ Teatro Franco Parenti
ORARI
ore 20.45
Info e prenotazioni: http://www.teatrofrancoparenti.it
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