

Milano si colora di nero: cinque noir contemporanei mai distribuiti nelle sale della penisola – dopo aver circolato nei festival di tutto il mondo – verranno infatti proiettati nella Sala A come A del Teatro Franco Parenti, già cornice della rassegna estiva Nuovo cinema Parenti, promossa con grande successo dal teatro stesso e dall’associazione ceCINEpas. NottiNoir, evocativo nome della rassegna, si prepara a sconvolgere i vostri venerdì sera…

Incontriamo Lorenzo Vitalone, collaboratore storico del Teatro e tra gli ideatori di questo ciclo in nero: siamo soprattutto curiosi di sapere come reagirà il pubblico milanese a un evento programmato in un orario insolito (le ventitré di ogni venerdì, per cinque appuntamenti). E abbiamo deciso di infastidirlo un po’ con le nostre domande, a poche ore dalla proiezione del primo film: Wrong di Quentin Dupieux.

Caro Lorenzo, il cinema e il Teatro Franco Parenti: due realtà che si sono incontrate più volte.
La vocazione e l’aderenza al linguaggio cinematografico nascono insieme al Teatro Franco Parenti. Il Salone Pier Lombardo, poco dopo la fondazione, ha ospitato un gran numero di eventi legati al cinema: ricordo ancora una proiezione della copia censurata di Salò, di Pier Paolo Pasolini. Senza dimenticare Miro Silvera, che allora era curatore responsabile di una rassegna dedicata alle opere liriche e, altresì, al giallo, al noir…
E oggi?
Oggi, dopo il buon riscontro ottenuto la scorsa estate da Nuovo Cinema Parenti, per volontà di Andrée Ruth Shammah siamo tornati a collaborare con gli amici dell’associazione di ceCINEpas e creare quest’evento, NottiNoir, che andasse a coprire quell’unica parte della giornata ancora “scoperta”: adesso, ampliando la programmazione in modo da occupare tutti gli spazi possibili della giornata, speriamo di avvicinare quel pubblico che il venerdì sera è più riposato dopo una settimana di lavoro, e che si prepara ad affrontare il weekend senza pensare al risveglio del giorno successivo. E al di là della qualità dei film in programmazione, a mio parere di alto livello, c’è la curiosità di provare l’esperimento delle ventitré: un fuori orario che potrebbe conquistare la fiducia di cinefili nottambuli. Non mancherà, come consuetudine da noi al Parenti, la convivialità: sarà possibile bere birre biologiche e gustare prodotti a chilometro zero, per esempio.
- Headhunters
Il noir mentre fuori imperversano le tenebre: perché?
Questa sarà una rassegna che si snoderà attraverso il noir, alla ricerca della parte sotterranea e più nascosta in ognuno di noi. Noir sono tutti i film di Roman Polanski, sono i turbamenti delle anime, sono i capolavori di Orson Welles. Credo che noir sia qualcosa in grado di perturbare; e la scelta della notte non è casuale. Fino ad arrivare alle quattro, alle cinque del mattino, che – come raccontava Bergman ne L’ora del lupo – è l’ora in cui nascono i bambini, i vecchi muoiono, i fantasmi si stanno dileguando, i sogni anche… ed è anche quella fascia del giorno in cui noi, proiettando le nostre angosce, le riceviamo guardandole sullo schermo, in un processo che diventa osmotico e catartico.

Tra gli anni Quaranta e Cinquanta il noir ha vissuto un momento fondamentale: quali classici (o quali film da recuperare) proietterebbe per un’eventuale rassegna?
Sono molto legato alla figura di Barbara Stanwyck, pronta a rivelare la sua muliebre fatalità, in La fiamma del peccato di Billy Wilder: nel 1944 l’autore austriaco è stato in grado di girare un noir che è anche un film psicologico, un dramma, un film sentimentale. Ma come dimenticare Lana Turner e John Garfield ne Il postino suona sempre due volte di Tay Garnett? Come trascurare l’apporto di Fritz Lang con film come Gardenia Blu o Il grande Caldo? Sarebbe criminale dimenticare capolavori come The Lady from Shangai e L’Infernale Quinlan di Welles, I diabolici di Clouzot, Il mistero del falco di John Huston. La scala a chiocciola di Robert Siodmak? Impareggiabile. E farei recuperare quei bellissimi, cattivissimi noir inglesi: su tutti, Sangue blu di Robert Hamer, con un incredibile Alec Guinness.


Il noir, tra l’altro, è in grado di mescolare le carte, di giocare con la commedia…
Non solo opere sul turbamento, è vero: si tratta di un genere che nasce con la risata, ai primordi del cinema. In grado di tener desto lo spettatore e non annoiarlo mai; è quello che ci auguriamo anche noi, sperando che il sonno non colga i nostri spettatori!
WRONG
di Quentin Dupieux – Francia/Usa (2012, 94 min)
di Craig Zobel – Usa (2012, 90 min)
di Don Coscarelli – Usa (2012, 99 min)
di Hong-jin Na – Corea del Sud (2008, 125 min)
Maggiori informazioni su: http://www.teatrofrancoparenti.it
Rispondi