
A pochi giorni dalla ripresa de L’uomo dal fiore in bocca, inseguo al telefono l’ineffabile Corrado Tedeschi. Lui, cordiale e disponibile, è in macchina. Io, alla mia prima intervista, un po’ impacciato…
Un atto breve nato come novella: perché ha scelto proprio questo testo?
È un’opera che ho amato sin da ragazzo, tanto da presentarla come saggio per entrare alla scuola del Teatro Stabile di Genova. Poi, quindici anni fa, ho chiesto ad Andrée Ruth Shammah di poterlo portare in scena al Parenti. Interpretare un testo come questo è una grande responsabilità: inizialmente io e il regista Marco Rampoldi eravamo timorosi, e invece si è rivelato un grande successo.
Un successo che dura da quindici anni, per l’appunto: cosa continua, secondo lei, a incuriosire il pubblico?
Credo molto nella struttura in due parti dello spettacolo. L’opera viene introdotta da un’informalissima lezione sul mondo pirandelliano durante la quale coinvolgo gli spettatori nel gioco delle parti, dell’essere, dell’apparire, della verità, portandoli con me in palcoscenico; e così, ridendo e giocando, ci si addentra nello spirito e nelle intenzioni dell’autore. Con la seconda parte arriva il più bell’atto unico della storia del teatro, e si ride e si piange: soddisfazione massima per un attore.
Parliamo appunto di Corrado Tedeschi attore: nella sua carriera teatro e televisione si incrociano. Come riesce a conciliare due anime così apparentemente diverse?
Tutte le esperienze di spettacolo, anche televisivo, possono servire, persino in un contesto artistico differente come quello teatrale: nel coinvolgere il pubblico durante la prima parte dello spettacolo servono tempi strettamente televisivi, e lo dico senza vergogna. Inoltre, se anche una sola persona viene a un mio spettacolo dopo avermi visto in tv, il teatro guadagna uno spettatore: ben venga anche la popolarità televisiva se permette di avvicinare nuovo pubblico al teatro, soprattutto in periodo di crisi!
Per quanto prevedibile: attualità e universalità del testo?
Attualità? Guardi la politica: le mille verità, l’apparire, le maschere… quali temi sono tanto pirandelliani quanto contemporanei? Universalità, sì: il tema dell’opera è senz’altro la malattia, e il modo in cui il protagonista la affronta, vivendo ogni giornata come fosse l’ultima. E il messaggio è rivolto a chiunque, non solo ai malati, affinché si viva ogni attimo con la maggiore intensità possibile. Meraviglioso.
L’uomo dal fiore in bocca
di Luigi Pirandello
regia di Marco Rampoldi
con Corrado Tedeschi
e con Claudio Moneta e Roberta Petrozzi
Produzione Teatro Franco Parenti
@Teatro Franco Parenti, 14 | 16 novembre
Maggiori informazioni su http://www.teatrofrancoparenti.it
ottima intervista, complimenti!
Luca Cecchelli è stato bravissimo, vero? Un ringraziamento particolare da lui e da tutto il team di Sik-Sik!
Sono un’ammiratrice di Corrado Tedeschi e ho letto con molto piacere l’intervista!
Grazie Renata!