
…così titolava Umberto Eco in una Bustina di un paio d’anni fa, arridendo al fatto che le iscrizioni ai licei classici fossero in aumento. Due anni dopo, però, il numero degli aspiranti ginnasiali cala pericolosamente: le opinioni si dividono tra quelli che non riescono ad accettarlo e quelli che “è il segno dei tempi”. Il Teatro Parenti, nonostante i tempi, non-si-arrende e quest’anno propone non solo un ciclo di spettacoli classici o a essi ispirati, ma anche una serie di incontri di riflessione sul perché oggi sia ancora importante raccontarsi storie vecchie centinaia o addirittura migliaia di anni. Non basta avere grandi nomi – che pure ci sono – come Canfora o Galimberti, De Monticelli o Cacciari: in questa rassegna, realizzata grazie al sostegno di Intesa San Paolo, c’è prima di tutto lo spirito di un ritorno critico alle radici dell’arte e del pensiero occidentale. C’è un’idea di rinascita a partire da un’analisi del teatro.
Massimo Cacciari, dal suo ultimo libro Hamletica, spiegherà perché Amleto rappresenti l’archetipo dell’agire incerto e dell’idea di rappresentanza, la cui erosione culmina nell’opera di Beckett. “Lupi” e ” pecore” sono invece le tipologie etico-sociali di cui parlerà la filosofa etica Roberta De Monticelli in un incontro programmato per dicembre, contestualmente alla messa in scena dell’omonimo testo di Aleksandr Ostrovskij, ritratto folgorante e spietato della borghesia russa dell’Ottocento. D’altro canto la semplicità è la cifra di Čechov, per come la racconterà lo slavista Fausto Malcovati – in uscita con un’opera sul narratore russo a gennaio – nello stesso periodo in cui al Franco Parenti andranno in scena i Tre atti unici di Rustioni. Genio e frustrazione sono le tensioni che attraversano Il soccombente di Thomas Bernhard, dove l’io narrante del grande Roberto Herlitzka racconterà la difficoltà del confronto col talento innato in ambito musicale; se ne parlerà poi nella lezione tenuta da Quirino Principe, musicologo e germanista.
Il contributo di esperti, filosofi e scrittori servirà a rendere al messaggio delle opere il suo valore universale, dimostrando quanto nel teatro letteralmente ‘vivano’ in forma amplificata le situazioni umane: perciò non potrà mancare l’amore, rappresentato in modo ‘sconcio’ ma ‘vero’ nello Studio sul Simposio di Platone. A guidarci nella riflessione sul testo greco sarà Umberto Galimberti, osservando l’oscillare della forza tra i due poli opposti ragione/follia.
Dall’eros antico all’amore moderno con Gli innamorati di Goldoni, in scena ad marzo per la regia di Andrée Ruth Shammah: a Massimo Recalcati, psicanalista lacaniano, il compito di affrontare il problema dell’incapacità di amare e della nevrosi che ne scaturisce.
Amore, genio e follia, motori instancabili dell’agire e del perire dell’uomo: sul perire, sulla violenza, sulla degenerazione come via d’uscita sarà basato il Giulio Cesare di Shakespeare per la regia di Andrea Baracco; quindi oggetto della lezione del grecista Luciano Canfora, che ci porterà in viaggio sul tema della disgregazione della società moderna: vuoto di potere e potere vuoto.
Eccessi e privazioni antiche come l’umano rivivono sul palcoscenico e nella parola teatrale: per questo non stancano. Per questo il teatro non può smettere di scegliere i classici e non può smettere di assolvere alla funzione che ha fin dalla nascita: come una lama, fendere l’esistente per provare a scrutarne i meccanismi. Spesso uguali a se stessi, anche dopo centinaia o addirittura migliaia di anni.
CLASSICI, CHE PASSIONE! Lezioni magistrali di Massimo Cacciari, Luciano Canfora, Roberta De Monticelli, Umberto Galimberti, Fausto Malcovati, Quirino Principe, Massimo Recalcati
Iniziativa presentata da Teatro Franco Parenti e partner unico Intesa San Paolo
Da mercoledì 13 novembre, ore 18.00|Primo appuntamento: Massimo Cacciari su Samuel Beckett.
Programma completo su http://www.teatrofrancoparenti.it
Se ne dovrebbero organizzare in ogni dove in tutta Italia, per rianimare lo spirito…io parlerei dell’Iliade se mi si invitasse…