(Vuoi) essere o non essere Amleto?

di Valentina Berardi (1983), laureata in Lingue e Letterature Europee ed Extraeuropee presso l’Università degli Studi di Milano

Intervista a Francesca Pennini, regista e coreografa di collettivO cineticO

 

Come avete accolto la proposta di lavorare sull’Amleto?

È stata una proposta imprevista e anomala rispetto alla linea del nostro lavoro. Ci siamo presi del tempo per lasciarla decantare e sono emersi tantissimi stimoli nuovi, abbiamo pensato che forse era una direzione interessante da prendere, principalmente per l’emblematicità dell’opera e per una relazione con la tradizione, che in altre accezioni già si stava instaurando nel percorso della compagnia.

Com’è stato misurarsi con un testo per una compagnia che sviluppa ogni progetto a partire dal corpo?

 Non siamo partiti dal testo ma dalla domanda “come partire da un testo?”, cioè cos’è un testo, come può essere significativo in quanto tale. L’abbiamo preso non come opera o struttura narrativa ma come testo stesso, oggetto, anche a livello ontologico, di scrittura, qualcosa che ha tutt’altra natura rispetto al movimento e all’azione danzata, e l’abbiamo interpretato come una partitura dell’azione. Ci è sembrato interessante anche come strumento di condivisione, poiché l’Amleto è stato maneggiato da tantissimi artisti, e l’abbiamo usato come unico oggetto condiviso tra noi e gli attori in scena, che non sanno quale sarà l’azione, ma sanno parte del testo.

Avete indetto una open call per aspiranti Amleto e il pubblico sarà coinvolto nella performance. Che cosa dobbiamo aspettarci di vedere in scena?

 ‘Aspettarsi di vedere’ è una condizione inopportuna, anch’io ho fatto una serie d’ipotesi ma, per la natura indeterminata del lavoro, non so cosa aspettarmi di vedere. La struttura dispone di regole e predispone una condizione ma quello che accadrà si giocherà nella serata stessa. Ci saranno dei candidati che non abbiamo mai incontrato, scelti attraverso i curriculum e una serie di domande che abbiamo fatto via mail, che si presenteranno a teatro la sera stessa, poco prima dello spettacolo e andranno in scena direttamente. Sanno a memoria dei pezzi tratti dall’Amleto, dispongono solo di questa informazione. Il pubblico dovrà selezionare quello che sarà l’Amleto di ciascuna sera. In questo studio il lavoro coincide con questa selezione composta da più tappe, che allegoricamente richiamano temi e strutture dell’opera, come il rapporto parola/azione, che è un po’ la dicotomia tra prosa e danza.

 

Amleto (primo studio) sta a indicare il punto di partenza di un progetto più ampio?

Sì. Questa proposta del Franco Parenti ha innescato la volontà di portare avanti il lavoro fino a una forma compiuta che diventi a tutti gli effetti un lavoro della compagnia. La volontà è di creare un regolamento per mettere in scena l’Amleto vero e proprio con l’attore scelto dal pubblico, che quindi si trova immerso nell’opera senza conoscerla.

Avevate mai pensato di lavorare sull’Amleto prima d’ora?

 Assolutamente no. Siamo rimasti sorpresi dal fatto che il nostro interesse verso l’opera si fosse mosso con così tanta curiosità e che tornassero i conti con quello che alla fine era il percorso.

AMLETO (primo studio)
in scena
venerdì 17 maggio ore 20 e sabato 18 maggio ore 22

regia e coreografia Francesca Pennini
drammaturgia dell’azione Angelo Pedroni, Francesca Pennini
azione e creazione Cesare Benedetti, Pieradolfo Ciulli, Tommaso Quartani
recitazione candidato vincitore selezionato dal pubblico durante lo spettacolo
consulenza tecnica e programmazione software Roberto Rettura
produzione CollettivO CineticO

http://www.teatrofrancoparenti.it/?p=informazioni-spettacolo&i=710

 

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