di Flavia Occhini (1992), laureanda in Economia e Management per Arte, Cultura e Comunicazione presso l’Università Luigi Bocconi.
Sulla scena di un festival che col suo nome dà il benvenuto alle variazioni del teatro under 40, non poteva mancare lo studio presentato da Andrea Baracco, Amleto o dei passi falsi della ragione,
che invita il pubblico a guardare Amleto con occhi davvero nuovi. Oppure, a non guardarlo affatto.
Invero, Giandomenico Cupaiuolo ed Ersilia Lombardo non incarnano il protagonista della tragedia e Ofelia, come la passione che sottende i primi minuti potrebbe far credere. Il primo passo falso è proprio nella ragione del pubblico. Ci pensa la potente maestria degli attori a insinuare il dubbio che si tratti di Amleto e Ofelia: la passione tra i due è violenta, fisica e si consuma. Il presunto Amleto si palesa Claudio, e il personaggio femminile, Gertrude.
La regina si strappa di dosso il lutto e le vesti, gettandosi tra le braccia dell’assassino. Ma i cuori non tardano a essere logorati: le urla di supplica di Claudio gli scuotono nervi e tendini e le sue mani sono macchiate del sangue del fratello. Prega, tuttavia consapevole del fatto che “ cosa fa il sentimento e cosa no se [uno] non sa pentirsi?” Gertrude si specchia e le sue colpe appaiono in tutta la loro nudità.
In questo climax ascendente di pathos, la preghiera di Claudio non si risolve e non c’è pioggia che basti a farla tornare [la mano macchiata] bianca come la neve. Baracco costruisce un Amleto senza il principe danese, ma nessuna assenza è percepita. Al contrario, l’intento di capire il silenzio shakespeariano e renderlo completo, concreto, è efficacemente raggiunto. Il continuo pensare conduce i personaggi all’inazione. Cosa manca loro? La fede, rivela il regista. Non credono, ma vivono in uno scacco matto. Ecco perché “c’è del marcio in Danimarca”.
Per chi non avesse potuto vivere la coinvolgente esperienza di Claudio che si lava le mani insanguinate nei bicchieri da cui ha bevuto nei momenti di appagamento del desiderio sessuale incestuoso, per chi non avesse sentito lo specchio vibrare e tormentare la regina… ci saranno altri appuntamenti.
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