di Emanuela Mugliarisi (1989) Laureata in Lettere Moderne – Curriculum Letteratura e Arti performative – all’Università Cattolica di Milano
Avete mai pensato di lavorare sull’Amleto?
Non abbiamo mai pensato ad Amleto nello specifico ma prima o poi ci interessava lavorare su Shakespeare: quando è arrivata la proposta abbiamo subito collegato la farsa del Don Fausto di Antonio Petito – una parodia del testo di Goethe – alla tradizione degli Shakespeare “burlati” della scena londinese della fine del ‘700, da cui l’Hamlet Travestie di John Poole che ha dato lo spunto per il titolo. Entrambi hanno una matrice comica ed entrambi si basano sul tema della pazzia, della difficoltà di distinguere finzione e realtà, sul tema della maschera e del personaggio assunti come strumenti per svelare una verità, un’identità.
La vostra poetica si basa sempre sulla mescolanza di testi alti che puntano alla riflessione sulla realtà napoletana di oggi: in che modo questa volta è stato possibile con l’Amleto?
La conferma dell’eterna attualità di questo testo è in una riflessione di Garboli: secondo lui l’Amleto rappresenta una famiglia che si può considerare formalmente borghese ma barbarica nei comportamenti. In entrambi i testi abbiamo delle famiglie fuori dal normale dove la teatralizzazione è finalizzata allo svelamento di una realtà: nel Don Fausto una famiglia napoletana inscena tutte le avventure che il capofamiglia impazzito crede di aver vissuto in quanto si crede il Faust di Goethe; Amleto inscena, da solo, la sua pazzia contro una famiglia che ha tramato contro suo padre prima e contro di lui ora. La nostra volontà, anche in altre nostre produzioni, è sempre stata quella di poter riflettere sulla Napoli di oggi attraverso testi e autori importanti – come Block e Molière in passato – che, uniti alla tradizione della farsa napoletana, in particolare alla produzione di Petito, possano restituire a quest’ultima un valore e una levatura alta, internazionale.
Le vostre messe in scena, pur nella loro semplicità, sono sempre molto ricche, polisemiche, coloratissime: come ci stupirete questa volta?
In quest’ occasione abbiamo chiesto al Teatro Franco Parenti di poter usare la loro riserva di costumi e sono stati generosissimi nel metterli a nostra totale disposizione; quello che vedrete sarà un patchwork di colori e stili molto diversi. Per la scena di solito non ci focalizziamo subito su un’idea precisa, tutto nasce durante il lavoro: in questo caso la scena sarà definita, di volta in volta nei vari spazi, solo dalle panchine che abbiamo trovato al Teatro La Cucina dell’ex O.P Paolo Pini: la generosità e l’accoglienza che l’associazione Olinda ci ha regalato sono state preziosissime non solo per avere uno spazio ottimale in cui provare ma anche per darci lo spunto giusto per la nostra scenografia.
HAMLET TRAVESTIE
in scena
sabato 11 maggio ore 20 | domenica 12 maggio ore 22 – Sala Grande
da John Poole e Antonio Petito a William Shakespeare
regia Emanuele Valenti
con Mirko Calemme, Giuseppina Cervizzi, Valeria Pollice, Vincenzo Salzano, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella
produzione Punta Corsara
http://www.teatrofrancoparenti.it/?p=informazioni-spettacolo&i=700
Intervista intrigante e coinvolgente. Spettacolo da non perdere!